Manuale del ministrante straordinario

Il Ministrante è quella persona, che serve all’altare durante le celebrazioni liturgiche.
Nelle messe solenni i ministranti sono necessariamente in due.

Sino a prima del Concilio Vaticano II, chi donava questo servizio era definito “chierichetto”. Il termine “chierichetto” è stato sostituito dal termine “Ministrante”, che riesce a far capire meglio il suo significato. Esso, infatti, deriva dal latino “ministrans”, cioè colui, che serve, secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato Egli stesso a servire per primo e che invita a fare anche noi la medesima cosa, amando i nostri fratelli.

Quanto sotto è estrapolato dall’ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO e adattato alla nostra realtà parrocchiale per uniformare il servizio di Ministrante straordinario durante la S. Messa del mattino.

Il vademecum è composto essenzialmente di due parti.

La prima parte è inerente al servizio del Ministrante durante la Liturgia:

Preparazione dei VASI SACRI
Accensione dei ceri
Accensione degli impianti audio e luci
Accensione eventuale del turibolo per le Messe Solenni
Ingresso
Preprazione DELL’ALTARE PER L’EUCARISTIA
Assistenza durante il rito DEL LAVABO del celebrante
Assistenza durante la purificazione del calice e della pisside
Ritiro

La seconda parte consiste nel glossario per conoscere meglio arredi, testi, vasi sacri, lini e quanto è utilizzato durante la celebrazione della Santa Messa.

PRIMA DELL’INZIO DELLA S. MESSA

E’ buona regola, che il Ministrante, designato a prestare servizio all’altare, arrivi almeno 15 minuti prima dell’inizio della S. Messa per indossare il camice e il cingolo, e svolgere i seguenti compiti:

Accensione dei due ceri posti accanto o sopra all’Altare,
Preparazione dell’offertorio,
Accensione dell’impianto audio (interruttore sulla destra della presa “amplificatore”),
Eventuale preparazione del Turibolo e della Navicella in occasione delle Solennità.

COME PREPARARE LA MENSA

disporre sul Calice, nel seguente ordine :

il Purificatoio
la Patena
l’ Ostia Grande
la Palla
il Corporale piegato
Controllare che la Pisside contenga le ostie che verranno consacrate durante la Liturgia Eucaristica. (la Pisside si porta all’altare scoperta) .

Controllare le ampolline.

Preparare Bacile e Manutergio (è preferibile spiegarlo).

RITI DI INGRESSO

Alle 8.30 suona la campana che annuncia l’inizio della S. Messa.

Accendere luci (tasto centrale) in modalità FERIALE.

Il Ministrante esce precedendo il Sacerdote e suona la campanella (2 rintocchi).

Ministrante e Sacerdote si genuflettono insieme davanti all’Altare Maggiore, dove è riposto il Santissimo Sacramento.

Il Ministrante si dispone accanto al tavolino dell’Offertorio, cioè alla destra nel Presbiterio. A Quattro Castella la Sede si trova a sinistra dell’altare.

OFFERTORIO

Dopo aver letto la preghiera dei fedeli, una volta che il coro intona il canto, il Ministrante porta all’altare nel seguente ordine:

il Calice
la Pisside
le ampolline con acqua e vino

A questo punto il Celebrante versa l’acqua e il vino nel calice e recita la formula di rito. Fatto ciò il Ministrante riporta le ampolline al tavolino e ritorna all’altare con il Bacile ed il Manutergio chiuso tra le dita della mano sinistra e la sola ampollina dell’acqua蜉 nella mano destra per il RITO DI PURIFICAZIONE.

PREGHIERA EUCARISTICA E CONSACRAZIONE

Durante la preghiera ed il rito di Consacrazione, il Ministrante deve restare inginocchiato fino alla frase “Mistero della Fede”.

RECITA DEL PADRE NOSTRO E DELLE PREGHIERE

Durante la recita del Padre Nostro il Ministrante allarghi le braccia in comunione col celebrante, e durante le preghiere mantenga un atteggiamento composto, eretto, e, se vuole, con le mani giunte.
TERMINATA LA COMUNIONE

Una volta distribuita la Comunione, il Celebrante torna all’altare. Il Ministrante a questo punto porta l’ampollina dell’acqua e ad un cenno del Sacerdote versa l’acqua nel Calice e attende che vengano compiuti i riti di purificazione della Pisside e del Calice, che riporterà sul tavolino dell’offertorio.
Nel caso sia presente il Diacono, sarà lui a coadiuvare il Celebrante durante i riti di purificazione.

RITI DI COMMIATO

Dopo i riti di Commiato, il Celebrante si inchina a baciare l’Altare, a questo punto il Ministrante si pone alla sua destra, ed entrambi si genuflettono davanti all’altare maggiore. Si esce dal Presbiterio nel seguente ordine: prima il Ministrante poi il Celebrante.

Nota Bene – sia durante l’ingresso che durante il ritiro il Celebrante segue i ministri.

Ultimi compiti del Ministranti sono: spegnere i ceri, spegnere l’impianto audio e luci e controllare (ad occhio) che il Tabernacolo sia chiuso.

COME PREPARARE IL TURIBOLO

Durante le Solennità è prassi che il Sacerdote incensi l’Altare, l’Assembla ed il Lezionario al momento della Proclamazione del Vangelo, per cui il Ministrante Chierichetto alla messa delle 8.30, una volta preparato l’offertorio, deve preparare il turibolo.

Il turibolo ha due anelli, uno mobile l’altro fisso. Il Pollice destro si infila in quello mobile mentre il mignolo si infila nell’anello fisso.

Si accende uno o due carboncini e si fa oscillare e roteare, con decisione, il turibolo. Quando i carboni sono accesi, si aggiunge qualche grano di incenso.

Al momento dell’Ingresso, se il Ministrante porta il turibolo non si inginocchia, ma si mette alla destra del celebrante, tenendo la Navicella con la mano sinistra.

Il Celebrante a questo punto riempie il turibolo di incenso ed incensa l’Altare. Nel frattempo il Ministrante rimette la Navicella sul tavolo delle offerte ed una volta terminata l’operazione di incensazione porta il turibolo dietro l’Altare Maggiore.

Di prassi si incensa il Lezionario solo in presenza dei ceri accesi ai lati dell’Ambone (portati da ministranti), quindi alla Messa del mattino seguiremo le disposizioni del Celebrante.

Nel caso si incensasse il Lezionario , il Ministrante va a prendere il Turibolo all’inizio della Seconda Lettura. Una volta aggiunto altro incenso, il Ministrante si mette alla destra dell’ambone e porge il turibolo al Celebrante, dopo l’incensazione il turibolo può essere messo via.

Solennità in cui useremo il turibolo:
S. Natale
S. Pasqua
Pentecoste
Assunzione della B. Vergine
Immacolata.

SECONDA PARTE

 
IL PRESBITERIO

Il presbiterio è il luogo dove si trova l’altare, e viene proclamata la parola di Dio, e dove il Sacerdote, il diacono e gli altri ministri esercitano il loro ufficio.
Si deve opportunamente distinguere dalla navata della chiesa per mezzo di una elevazione, o mediante strutture e ornamenti particolari. Sia inoltre di tale ampiezza da consentire un comodo svolgimento della celebrazione dell’Eucaristia e da favorire la sua visione.
ARREDI SACRI

ALTARE

L’altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia. All’inizio e alla fine della celebrazione, i ministri ordinati baciano con venerazione l’altare, segno di Cristo, e con uguale venerazione, almeno nelle grandi feste, esso viene incensato.
LA SEDE

La sede del Sacerdote celebrante deve mostrare il compito che egli ha di presiedere l’assemblea e di guidare la preghiera. Perciò la collocazione più adatta è quella rivolta al popolo, al fondo del presbiterio, a meno che non vi si oppongano la struttura dell’ edificio e altri elementi, ad esempio la troppa distanza che rendesse difficile la comunicazione tra il Sacerdote e i fedeli riuniti, o se il tabernacolo occupa un posto centrale dietro l’altare. Nel Presbiterio della Chiesa di S. Antonino è sulla sinistra dell’Altare.

IL TABERNACOLO

Il tabernacolo è un’edicola o nicchia chiusa in cui, nelle chiese cattoliche, si custodisce la pisside con l’Eucaristia, con lo scopo di adorarla e averla disponibile per la comunione eucaristica fuori della Celebrazione eucaristica.
Il termine tabernacolo deriva dal latino tardo tabernaculum, cioè “tenda”, il quale deriva da taberna che significa “casetta composta da tavole (tabellae) di legno”. Nella Chiesa di S. Antonino di Quattro Castella il Tabernacolo si trova al centro dell’Altare Maggiore.

AMBONE

L’Ambone è il luogo da cui nelle chiese, durante le celebrazioni liturgiche si proclama la Parola di Dio. È situato al bordo del presbiterio, ed è il corrispettivo del pulpito, presente nelle chiese costruite prima del Concilio Vaticano II.
L’ambone è l’erede della “tribuna di legno… costruita per l’occorrenza” (cfr. Nee 8,4-5) sulla quale lo scriba Esdra lesse al popolo d’Israele il libro della legge.
L’ambone deve essere fisso e non mobile. Deve essere poi disposto in modo tale che i ministri possano essere comodamente visti e ascoltati dai fedeli.
Dall’ambone si proclamano le letture, il Salmo responsoriale e il Preconio Pasquale. Vi si può tenere la preghiera universale (o preghiera dei fedeli). Non conviene però che all’ambone salga il commentatore, il cantore o l’animatore del coro.
L’omelia è tenuta dall’ambone oppure dalla sede del celebrante, solitamente a destra.

IL COPRIAMBONE
Drappo rettangolare del colore del tempo o della solennità che scende dal leggio fino a terra.

I TESTI LITURGICI

IL LEZIONARIO

E’ il libro liturgico (colore verde), contenente le letture della Sacra Scrittura (1a lettura, Salmo Responsoriale, il canto al Vangelo, il Vangelo) viene collocato sull’ Ambone. Ci sono diversi volumi a seconda dei tempi di liturgici e del tipo di Celebrazione .

IL MESSALE

E’ un libro di colore rosso contenente tutte le orazioni, prefazi, preghiere eucaristiche, benedizioni che il Sacerdote recita durante la S. Messa. È collocato sull’altare solitamente su un leggio.

EVANGELARIO

E’ un grosso volume, spesso decorato con illustrazioni e miniature, che riporta i quattro Vangeli. In alcune celebrazioni viene portato solennemente in processione (solitamente dal Diacono).

RITUALI

Sono libri, che contengono i riti per la celebrazione dei sacramenti (Battesimo, Cresima, Penitenza, Matrimonio, Unzione degli infermi) e dei sacramentali (Esequie).

LINI DA ALTARE
IL MANUTERGIO

Piccolo panno di lino, simile ad un fazzoletto.
Il manutergio viene utilizzato dal celebrante per asciugare le mani dopo l’abluzione rituale (“Lavanda delle mani”) all’Offertorio. Solitamente si distingue dal purificatorio per l’assenza della croce ricamata al centro. Viene presentato al Sacerdote teso tra due dita.

IL CORPORALE

È costituito di un panno di forma quadrata di tela di lino inamidato. Durante la celebrazione della Messa, dapprima il corporale è posto piegato sopra al calice; durante l’offertorio il celebrante lo distende sull’altare per posarvi sopra la patena contenente l’ostia, il calice contenente il vino e la pisside.
Il suo nome proviene dal fatto che, ponendovi sopra l’ostia, che, mediante la transustanziazione, è diventata il corpo di Gesù, sostiene il Corpo stesso di Gesù Cristo.
IL PURIFICATORIO o PURIFICATOIO

Il purificatorio è un rettangolo di lino con una piccola croce ricamata, che può avere varie dimensioni e serve durante la messa:
per pulire la patena prima di deporvi l’ostia consacrata dopo la recita del Padre Nostro;
per pulire il calice prima di versare il vino e l’acqua;
per asciugarsi le labbra dopo aver bevuto dal calice;
e infine per pulire il calice alla fine della comunione. È di solito appoggiato sopra il calice quando viene portato all’altare.

LA PALLA

Piccolo quadrato di tela bianca inamidata, riduzione del corporale, che si può usare per coprire il calice a protezione del vino.

TOVAGLIA DA ALTARE

Drappo di tela che copre l’altare scendendo sui due lati minori fino a terra e con piccola ricaduta sui due lati maggiori. La tovaglia può scendere a terra anche su tutti i lati. Possono esserci una sotto-tovaglia e una sopra-tovaglia, e anche, fuori della celebrazione, un copri-altare.
Anche la credenza è opportunamente coperta da una piccola tovaglia, che scende sui due lati con piccola ricaduta sul davanti.

VASI SACRI

CALICE:

vaso sacro, nel quale è offerto, consacrato e ricevuto il vino eucaristico nella Messa. Ha piede, fusto con nodo e coppa.

PISSIDE:

vaso sacro per conservare l’Eucaristia. Ha piede, fusto con nodo, coppa e coperchio. Può anche essere usata per l’esposizione semplice del SS. Sacramento all’adorazione dei fedeli.

OSTENSORIO:

vaso sacro per l’esposizione solenne del SS. Sacramento all’adorazione dei fedeli, formato da piede, fusto con nodo e terminazione a raggiera o a tempietto, al centro dei quali in apposito alloggiamento, si colloca la lunetta che trattiene l’ostia magna (in verticale).

AMPOLLE:

piccoli recipienti in vario materiale, con manico, beccuccio e coperchietto, posti su un piattino; contengono il vino e l’acqua per la Messa.

LA PATENA :

Ha la forma di un piatto: dentro ad essa è collocato il Pane Eucaristico (l’ostia grande) per la celebrazione della Messa. E’ costruito con materiale prezioso.
TURIBOLO E NAVICELLA :

il turibolo è un piccolo bruciatore per incenso, a coppa con piede, sospeso con catenelle a un piccolo coperchio; è chiuso da un coperchio più grande con fori, sollevato da una catenella scorrevole. La coppa ha all’interno un piccolo braciere con carboncini accesi sui quali bruciano la polvere o i grani d’incenso.
La navicella è un piccolo contenitore per incenso a forma di nave con piede, fusto con nodo e coppa con coperchio apribile; è fornito di un cucchiaino per versare l’incenso. L’incensazione è un atto rivolto all’ostia e al calice consacrati, a ministri e cose sacre, e ai fedeli in segno di onore.

CROCE ASTILE:

E’ la croce sorretta da un’ asta . Si usa durante la processione.

ASPERSORIO:

Serve per aspergere l’acqua benedetta. E’ in metallo ed ha all’estremità una pallina di metallo con dei forellini, oppure una specie di pennello. Viene immerso nel secchiello con l’acqua benedetta.
SECCHIELLO :

Piccolo recipiente, di solito di metallo, contenente l’acqua benedetta per l’aspersorio.
PARAMENTI LITURGICI
AMITTO: è un panno liturgico, costituito da un panno di lino bianco e rettangolare munito di due lacci in tessuto, che viene indossato da ministri e ministranti con la funzione di coprire il collo.
Si indossa appoggiando il lino sulle spalle e legando i lacci attorno alla vita .

CAMICE: Veste di stoffa bianca, usata dal Sacerdote, dal diacono ed anche da altri ministri durante la celebrazione. E’ la base sui cui si indossano gli altri abiti.
Rimanda alla veste bianca ricevuta nel Battesimo.

CINGOLO: è il cordone che viene messo intorno alla vita per tenere fermo il camice e fissare la stole. Quando si consegna al Sacerdote, occorre ricordare che eventuali fiocchi vanno sulla destra, ben allineati.

COTTA: è un abito bianco, che arriva fin sopra le ginocchia, spesso con un orlatura, da indossare sopra la veste nera del parroco, usata anche dai chierichetti. Viene utilizzata dal Clero durante tutte le celebrazioni liturgiche tranne la S. Messa.

TUNICA: Abito bianco, simile al camice, lungo fino ai piedi.

VESTE TALARE: abito lungo fino ai piedi, di colore nero o rosso , con dei bottoni e si indossa insieme alla cotta.

TARCISIANA: abito bianco con due strisce rosse lungo fino ai piedi, cosi chiamata in onore del Martire S. Tarcisio.

CASULA: è l’abito che indossa il celebrante durante la Messa. Ha una forma semicircolare ed avvolge il celebrante arrivando fin sotto le ginocchia. Il termine casula deriva dalla parola “casetta”: così come la casa, avvolge.

PIANETA: è una Casula più piccola che non copre le braccia.

DALMATICA: è simile alla pianeta ma ha le maniche. E’ indossata dal Diacono.

STOLA: è l’insegna propria dei ministri ordinati (Vescovi, Sacerdoti, Diaconi). Viene portata al collo , durante la Messa sotto la casula o la dalmatica . Il Diacono la porta trasversalmente da sinistra a destra.

PIVIALE: mantello indossato dal Celebrante durante alcune celebrazioni (vespri e lodi solenni), benedizione eucaristica e per le processioni.

VELO OMERALE: lunga striscia di stoffa che si poggia sulle spalle e che serve per coprire le mani quando si tengono oggetti sacri; presenta talora alle estremità un gancio, un fermaglio o dei nastri per tenerlo fermo. Il velo omerale per il SS. Sacramento viene utilizzato per portare un ostensorio, una pisside o una teca eucaristica con il Sacramento, per la benedizione del Sacramento, per il trasporto del viatico o per la processione.

MITRA: copricapo usato dai vescovi.

PASTORALE : (o vincastro) è una sorta di bastone, dall’estremità ricurva e spesso riccamente decorata, usato dal vescovo nei pontificali e nelle cerimonie più solenni.
COLORI LI TURGICI

Sopra il camice il Sacerdote indossa dei paramenti, che variano di colore a seconda delle celebrazioni.

BIANCO

E’ il Colore usato nelle Solennità come Natale, il tempo di Pasqua, nella festa del Corpus Domini, della Santissima Trinità, di Cristo Re, nella celebrazione del Battesimo, del Matrimonio, e dell’Ordine, nelle feste dei santi (non Martiri) e della Madonna. In alcune feste il bianco è sostituito dall’oro.

ROSSO

Indica i Sacrificio di Gesù sulla croce, quando versa il suo sangue, e il sacrificio dei martiri, che, come Gesù, hanno versato il loro sangue. Viene perciò usato il Venerdì Santo, la Domenica delle Palme, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, nelle feste dei santi Martiri. È anche il colore dello Spirto Santo (fuoco), perciò si usa nella solennità della Pentecoste e per il Sacramento della Cresima.

VERDE

Si usa nel tempo ordinario (il quale dura 34 settimane).

VIOLA

E’ il colore del richiamo alla conversione e penitenza. Viene usato in Avvento, in Quaresima, e nel sacramento della Penitenza.

NERO

Oggi sempre più spesso sostituito dal colore viola. È il colore del lutto e delle morte. Si usa durante la celebrazione dei funerali e nella commemorazione dei defunti.

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Don Andrea Contrasti