Noi dobbiamo cercare di capire la situazione in cui affrontiamo oggi il tema della vita,.
Il tema della vita è il tema del Cristianesimo, nella evangelium vitae Il Santo Padre Giovanni Paolo II dice: “il Vangelo della vita il Vangelo di Gesù Cristo nel Vangelo della straordinaria e in superabile dignità della persona sono una cosa sola”.
Il cristianesimo è per l’uomo, non a misura d’uomo, non manipolato dall’uomo, non ridotto a criteri umani che lo decurtano della sua originalità e lo riducono in fondo a uno dei fenomeni religiosi del nostro tempo, della nostra cultura e società occidentale.
Affrontare questo tema oggi in una mutata temperie culturale socio-politica, un mondo diverso, situazioni diverse dove se volete l’attacco frontale alla famiglia e alla Chiesa per quella connessione profonda che c’è tra famiglia e chiesa è arrivata quasi al termine
Quello cui abbiamo assistito in questi ultimi anni soprattutto in Italia è un attacco insensato demoniaco alla famiglia. La distruzione della famiglia nella sua identità…. che cos’è la famiglia? Perché esiste? che rapporto ha la famiglia con l’esperienza dell’umano che è in noi? Che rapporto ha la famiglia con il cristianesimo?
C’è stata una modificazione sostanziale della vita, della Cultura e della società. La storia è l’unica cosa che non tradisce ed è l’unica cosa che non perdona… quando insegnavo in cattolica dicevo:”Dio perdona, la storia no”. Sono arrivate alle estreme conseguenze delle premesse sostanzialmente opposte all’umano prima ancora che opposte al cristianesimo.
Ma quella che si combatte nella Chiesa, e non solo nella Chiesa, non è soltanto un attacco a un elemento fondamentale della vita della spiritualità Cristiana. La Madonna ha suggerito a suor Lucia una visione di grande imponenza: si sta combattendo una battaglia escatologica, una battaglia finale.
La battaglia contro Dio, Cristo e la Chiesa in questi ultimi tempi ha certamente anche il volto della distruzione della tradizione Cristiana.Pensate alla distruzione di tutte le grandi opere d’arte che hanno testimoniato nei secoli l’attaccamento del popolo Cristiano alla Fede, la devozione del Popolo Cristiano alla Fede
Ma non è qui che si combatte l’ultimo attacco alla Chiesa. L’ultimo attacco alla chiesa lo si combatte combattendo la famiglia, questo cercheremo di capire: oggi la famiglia è così connessa con la realtà del Cristianesimo che l’attacco alla famiglia garantisce l’efficacia dell’attacco alla Chiesa.
Quindi se volete, in modo più sintetico e forse più semplice: il laicismo anticattolico (perché questa è la mentalità comune dominante), la mentalità anticattolica sta arrivando alle ultime conseguenze di un progetto che era molto semplicemente enucleato già secoli fa nel progetto illuminista: la distruzione della Chiesa.
Oggi ci sono alcune voci nuove che sono entrate a far parte della formulazione giornalistica: la violenza nella vita sociale, la violenza contro le varie presenze della nostra società.. certamente innanzitutto quella femminile, ma non soltanto, la violenza come dimensione della vita sociale: la violenza è la soluzione che ha fermata è affermata e vissuta come soluzione dei problemi, la violenza anche perpetrata fisicamente risolve…nel senso che elimina le questioni, sopprime l’interlocutore o sopprime colui che pone problemi
Quindi la violenza che dilaga nella vita sociale, ma dilaga nella vita sociale cominciando dalla vita familiare
Qualche mese fa l’Istat ha informato gli italiani, non senza difficoltà, che il primo livello della violenza e quello che comincia tra le pareti familiari e poi dilaga nella vita della società in modo inesorabile: dalla violenza familiare alla violenza sociale, non su base nazionale o internazionale ma su base Mondiale… oggi la violenza è la cifra della nostra società.
Cosa sono i cristiani?
I cristiani nella nostra società italiana cosa sono? Sono gli sconfitti di battaglie che non combattono…Tutta la grande battaglia contro la famiglia, la distruzione della famiglia è stata la più grande sconfitta che il popolo cattolico ha subito negli ultimi 70 anni della sua storia… ma non ce ne si è resi conto. Il massimo della strategia Cattolica: perdere una battaglia senza neanche combatterla.
Recentemente queste sono osservazioni che si impongono a una considerazione seria delle nostre vicende culturali sociali.
In qualsiasi modo la pensiate politicamente, non mi pare che nessuno possa essere molto contento degli esiti elettorali…Anche i più positivi, ottimisti. Come si fa a essere contenti? Andiamo a vedere bene chi sono stati gli sconfitti…non sono stati quelli che hanno vinto e né paradossalmente quelli che hanno perso: perché vincitori e vinti sono accomunati da una concezione comune dell’uomo della società. Non si dividono i vincitori e i vinti per concezioni antropologiche diverse: perché uno pensa che l’uomo sia tutto anima e l’altro pensa che sia tutto sesso… Non c’è una contraddizione a livello dell’antropologia, l’antropologia è la stessa. L’antropologia di chi ha vinto e di chi ha perso è una sola: un’ antropologia individualista.
L’uomo crea la società ma la crea come somma di individui che vedono come compimento della loro vita lo stare il meglio possibile facendo il minor sforzo possibile.
Un benessere a tutti i livelli…quel benessere e il criterio.
Allora il cambio da una maggioranza all’altra, maggioranza tra l’altro molto risicata, non dice un cambiamento… lì c’è un cambiamento solo a livello superficiale.
Chi non ha una concezione come questa dovrebbero essere i cristiani, dico dovrebbero perché per quel che si vede non sembra che ce l’abbiano. E se una cosa non si rende mai presente c’è da dubitare che esista ancora.
L’unica concezione alternativa a questa dominante è esattamente quella cristiana, quella per cui l’uomo è portatore di un valore assoluto, porta in sè i segni di una dignità che nessuno può ridurre o eliminare, e la sua dignità non sta nel fatto che esercita i diritti personali, sociali e civili (perché per secoli la gente non ha esercitato i propri diritti personali sociali civili Quando c’era il “buio medioevo”, i servi della gleba e tutte quelle cose che si insegnano delittuosamente nei programmi scolastici).
La dignità di un uomo è che è figlio di Dio. Può non mangiare adeguatamente, può fare l’esperienza di una povertà anche dura, può fare l’esperienza di situazioni sociali gravemente contraddittorie. Ma la sua dignità non è e non nasce dall’esercizio di tutti i suoi diritti e dei suoi doveri, non nasce neanche dal fatto che sia pagato adeguatamente quando lavora… La dignità di un uomo sta nel fatto che può rivolgersi a Dio chiamandolo Padre… Padre nostro che sei nei cieli. La dignità di un uomo è che il fondo più profondo della sua vita, il suo cuore, che è un insieme di tensioni, di contraddizione, di aperture e di possibilità di grandezza è stato illuminato dall’ingresso di Cristo secondo un’immagine nuova di Dio e dell’uomo.
Quindi io credo che non solo l’attacco alla Chiesa sia arrivato agli estremi, ma che sia forse possibile leggere questa situazione come un risveglio della Chiesa. Noi dobbiamo pregare lo spirito del Signore perché ci consenta di vivere secondo i canoni della Provvidenza e non i canoni delle nostre reazioni di questo momento noi dobbiamo vivere questo momento come uno straordinario invito della Provvidenza a recuperare la nostra identità.
Chi sei tu cristiano di questo tempo? Sei uno che quando dice io e spalanca la sua coscienza di fronte al fondo della propria esistenza e di fronte a Dio afferma una positività di vita? O sei una persona che verrà inesorabilmente travolta dal rincorrersi degli avvenimenti, delle vicende, dalla storia, dagli incontri? Ecco questo è il nostro tempo, il tempo di un terribile e definitivo attacco alla Chiesa e alla tradizione cattolica.
Un elenco delle cose che compaiono su alcuni dei giornali che non sono o che non vogliono essere assolutamente di parte… monumenti cristiani distrutti, chiese distrutte, realtà vive cristiane distrutte. Certamente la minoranza Cattolica è la più attaccata, la minoranza Cattolica e quella che viene normalmente e più radicalmente contestata fino alla violenza fisica. Questo è il momento….
Allora voglio riprendere le fila di un discorso che sarà molto sintetico E che penso possa darvi spunti per una riflessione critica sulla nostra identità e sul mondo in cui viviamo: parlare della famiglia vuol dire recuperare il senso della nostra identità e della responsabilità che abbiamo di fronte alla chiesa e di fronte al mondo.
Una prima osservazione elementare che si impone ad apertura di libro nella “Evangelium vitae” soprattutto in quello straordinario insegnamento che è contenuto proprio nelle prime pagine, le pagine più importanti (l’impostazione della evangelium vitae è già nella sua premessa) e che poi si distende con profondità nei vari capitoli.
In questa introduzione Il Santo Padre dice” Non c’è niente di più ovvio per la fede Cristiana che affermare il valore assoluto della vita”.
Il valore assoluto della vita Non significa soltanto il valore della vita umana che chiamata a partecipare in modo definitivo della vita di Dio in Cristo che comunica la sua vita a coloro che credono in lui è che lo seguono non vuol dire soltanto quello che normalmente la tradizione cattolica chiama la vita eterna Perché la nostra vita tende già da adesso verso la vita eterna e si compirà definitivamente nella vita eterna dopo un passaggio terribile che è il passaggio di chi sarà costretto a lasciare tutto e farà l’esperienza che si perde tutto…la morte è il momento in cui l’uomo fa coscienza che non esiste più nulla di valido Che egli abbia potuto fare o pensare.
Ma dall’altra questa rottura questa frattura è per passare ad una pienezza di vita, ma la Chiesa dice che proprio perché la vita dell’uomo, la vita del cristiano, è una vita eterna, a questa eternità partecipa anche la vita storica, la vita concreta.
La vita che è nella storia è segnata da una data d’inizio ed è segnata da una data finale la vita nella concretezza e nella Storicità del suo essere anche quando sembra scomparire totalmente perché la morte sembra la scomparsa della vita. La vita eterna freme, anima, sommuove la vita di ogni giorno cosicché la vita di ogni giorno: il mangiare, il bere, il vegliare, il dormire, il Vivere e il morire, la vita quotidiana partecipa di questa Eternità fa esperienza di questa eternità e arriva a toccare e a vivere pienamente questa eternità. La vita eterna che siamo stati chiamati a vivere e a sperimentare. Perciò la vita, la vita vera, la vita di cui affermiamo un valore assoluto non è alla fine, e il cammino che inesorabilmente ci porta sempre più vicini o sempre meno lontani da quel punto in cui si romperà l’ultimo diaframma fra noi e il mistero di Dio e noi come dice San Paolo lo vedremo “così come egli è”. Vi assicuro che man mano che il tempo passa questo è il desiderio più grande.. non il desiderio di tornare giovani, il desiderio che ci venga riconosciuto dalla società o dalla Chiesa quello che abbiamo fatto..siamo stati sufficientemente vaccinati contro queste illusioni.
Il desiderio che sia afferma è che venga presto il momento in cui vedere Dio. Perché quando lo vedremo così come egli è la nostra vita avrà il suo complimento vero
Allora dicevo: prima osservazione il valore incomparabile della persona umana. Dice il papa al numero 2: ”…Pur tra difficoltà e incertezze ogni uomo sinceramente aperto alla verità e al bene, con la luce della ragione e non senza il segreto influsso della Grazia può arrivare a riconoscere nella legge naturale inscritta nel cuore il valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine e ad affermare il diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo suo bene primario”.
L’uomo supera infinitamente l’uomo, l’uomo ha una dignità che supera la circostanza in cui vive gli interessi che ha le corrispondenze o le oscurità.
Sul riconoscimento di tale diritto a vedere rispettato il suo bene primario cioè che la sua vita è sacra, su questo principio e diritto primario si fonda la vita della società. La società nasce dal fatto che i singoli uomini esprimono i loro diritti vivono i loro diritti e li comunicano. E’ l’uomo che esercitando i suoi diritti fondamentali crea rapporti umani e sociali. La creazione di rapporti umani sociali la chiamiamo anche società.
Questo diritto a riconoscere il Il valore assoluto della vita e a promuoverlo è la grande responsabilità certamente della ragione ma fondamentalmente della Chiesa perché aggiunge il papa:”…Con l’incarnazione, il figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo in questo evento di salvezza Infatti si rivela l’umanità non solo l’Amore sconfinato di Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito ma anche il valore incommensurabile di ogni persona umana”.
Dio rivela all’uomo tutta la verità su di lui. All’inizio di quello splendido paragrafo che è il n.10 della “ Redemptor hominis”, San Giovanni Paolo II ha sintetizzato così la questione. La questione che la presenza di Cristo rivela a me stesso quello che sono.Senza la presenza di Cristo l’uomo non saprebbe chi è. “L’uomo rimane per sè stesso un essere incomprensibile: la sua vita è priva di senso se non incontra Gesù Cristo”. (redemptor hominis)
Abbiamo un valore assoluto perché Cristo si è preso cura di noi.
La dignità dell’uomo posa sul nostro essere cristiani, è soltanto nella chiamata a partecipare alla vita di Cristo e a seguirlo e a immedesimarsi con essa. Perché la Fede non è soltanto riconoscere che Dio è presente, la Fede è entrare sempre di più nel vivo della presenza e della vita di Cristo. La Fede è una assimilazione della vita di Cristo, non sono concetti È un mondo nuovo che si rivela al mio cuore è un mondo nuovo nel quale posso entrare. Il mio io è la presenza di Cristo in me, questo è il paradosso straordinario eppure l’esperienza quotidiana del cristiano.
Il mio io sei tu, il mio io è un altro, Cristo entra nella nostra vita come una presenza che viene da lontano, da lontanissimo. E negli incontri che i vangeli registrano, con estrema precisione si vede che viene da lontanissimo.
Quando si mette accanto alla Samaritana e comincia quelli Piano e letterario della nostra tradizione si capisce che viene da lontano
Eppure a un certo punto lui stringe questa donna alla sua vita e quando alla domanda di lei:” Ma tu chi sei tu chi sei, deve venire il Messia, alcuni dicono che deve venire in Gerusalemme, altri dicono che sarà in Samaria. E tu cosa dici?” “ Sono io che parlo con te”.
Quando il Signore Gesù Cristo usava l’espressione “Sono io” rivelava il suo essere figlio di Dio, perché solo Dio ha detto di Sé “io sono”.
“Io sono mi manda a voi” disse Mosè insieme ad Aronne al popolo di Israele dopo che aveva ricevuto dal faraone il permesso di uscire dall’Egitto insieme al popolo di Dio. Dunque l’attività della nostra vita il valore del irrevocabile della nostra vita. io Insuperabile che non può essere venduto che non può essere comprato che non è oggetto di nessuna manipolazione è che non è oggetto di nessun contratto.
La nostra dignità è di essere figli di Dio e di poter vivere e affermare questa figliolanza di fronte a tutto il mondo, “voi siete figli di Dio e lo siete realmente” dice San Paolo non per modo di dire.
È la prima cosa: noi siamo figli di Dio, la dignità profonda della nostra vita poggia lì, se c’è questo tutto il resto potrebbe anche mancare, ma tutto non manca, perchè se c’è questo c’è una tensione a comunicare questa positività alle cose, alle persone.
Non è vero che scoprire che la nostra dignità per stare con il Signore ci tiri fuori dal mondo, ci faccia fuggire, ci faccia ipotizzare situazioni strane, lontane dal fermento della vita quotidiana.
No, quello non è cristianesimo, il cristianesimo è una novità che si fa presenza nel mondo, è una novità che pulsa per il mondo, che chiede di essere accolto perché ha la certezza di portare in questo mondo ciò che questo mondo desidera ma non può darsi.
Per questo impedire alla Chiesa di essere presente liberamente nel mondo e commettere un delitto non solo contro la Chiesa ma anche contro la società.
La presenza della Chiesa che parla, annunzia, lavora, si mette al passo dei tempi, cerca di comunicare la sua Fede attraverso forme ed opere…. (la fede senza le opere è morta).
La fede Cristiana: gli uomini che mangiano e bevono, vegliano e dormono, vivono e muoiono non più per se stessi ma per Lui che è morto e risorto… questa presenza è essenziale perché se c’è una presenza così il mondo viene aiutato a uscire dalla sua malizia dalla sua malvagità dalla sua banalità …Hanna Arendt diceva: “l’alternativa a Dio è la banalità della vita”.
Si può vivere banalmente, si può vivere banalmente delle cose di cui mezzi della comunicazione sociale riempiono la nostra esistenza, e perché Sanremo può diventare un grande evento per la vita della nazione. Perché tutte le vicende anche banali di una vita paesana assurgono a un valore che viene imposto attraverso i mezzi della comunicazione sociale. L’ateismo ha perduto qualsiasi fascino, c’è stato un momento della storia della nostra cultura in cui l’ateismo sembrava che raccogliesse tutta la voglia di negare il capaleo dantesco, quello che la vuoi far vedere a Dio, che vuol darle a Dio.
Il fascino della ribellione… Ma dov’è il fascino della ribellione oggi: il fascino della ribellione è la banalità della vita quotidiana…. bisogna fare qualche manifestazione trita e ritrita nella quale nessuno crede più, ma conviene a tutti pensare che ci credano, conviene a tutti pensare che queste risibili manifestazioni antifasciste, (che esprimono il volto del fascismo oggi)Conviene far credere che siano cose importanti perché così si pensa di avere una vita meno indignitosa l’alternativa a Dio non è una ribellione, è il nulla.
L’alternativa Dio è il nulla. Credo che questa sia la prima grande questione che dobbiamo recuperare. Ci sono stati momenti nella chiesa in cui i papi non sapevano né leggere né scrivere, sapevano a malapena il latino. Ci sono stati papi nati dai nobili romani e ci sono stati papi nati nelle stalle. Ci sono stati papi figli di Re e ci sono stati papi umilissimi servitori.
Ma la grandezza del cristiano non sta nelle circostanze, ma nella sua umanità che travolge ogni circostanza. E il cristiano misura ogni giorno che appartiene a Dio, e appartenendo a Dio è padrone di tutto…. non è padrone di tutto come l’uomo senza Dio, che vuole essere padrone di tutto perché ritiene di avere le capacità di conoscere totalmente la realtà, di manipolarla e di trasformarla.
Il Cristiano ha il potere di vivere pienamente la fedeltà a Dio e di impostare la sua esistenza alla luce di questa Fede. Questa è la santità Cristiana, quella che il Concilio Vaticano II ha chiamato “la santità comune del popolo di Dio”. Perché c’è una Santità del Popolo Cristiano come tale sia che la chiesa Lo riconosca esplicitamente o no: c’è la santità di coloro che hanno vissuto la loro vita nella fede nella speranza e nella carità e vivendo la vita nella fede nella speranza e nella carità hanno fatto esperienza del centuplo quaggiù Perché la vita cristiana è essere chiamati a fare esperienza del centuplo quaggiù.
Noi, tutte le volte che parliamo di diritti, di doveri, di valori, di dignità… dobbiamo evitare di fermaci a metà strada oppure di non partire neppure. Perché se non si parte dall’annuncio Cristiano e dalla certezza della fede in Gesù Cristo…non partiamo.
Questa Suprema certezza che la rivelazione che Dio fa di se è insieme la rivelazione del valore assoluto dell’uomo e quindi è la chiamata dell’uomo a sperimentare questa vita nuova, che è la vita di Dio che diventa la mia vita, questa prima certezza deve fare i conti con gravissime difficoltà che accompagnano questa affermazione, che sembrano contestare questa affermazione, che in qualche modo la combattono.
E sempre, nella storia della Chiesa, l’affermazione della verità del valore della vita umana, della dignità della persona umana, fa i conti con la terribile tentazione di negare questa dignità.
Come si nega questa dignità? Storicamente la Santa Chiesa, attraverso l’insegnamento dell’Antico Testamento ci ricorda che questa dignità è ostacolata gravemente dalla violenza fatta sull’uomo e sulla sua vita.
All’alba della vita umana, all’alba della storia, là dove l’uomo incomincia a vivere seriamente la sua esperienza di uomo nei rapporti, c’è la terribile esperienza di Abele e di Caino.
E Caino senza nessuna ragione apprezzabile uccide fratello, esercita sul fratello una violenza, una violenza che elimina il fratello dalla sua vita…
Il male entra come violenza e come omicidio, come negazione della vita.
La storia dell’umanità è segnata da infinite forme di negazione della vita, di uccisione della vita
Dice San Giovanni Paolo II: “i tempi più recenti hanno soltanto reso più diffusa e in qualche modo invincibile questa volontà di violenza mettendo al servizio della violenza strumenti addirittura scientifici e tecnologici”.
Perché ciò che si è perpetrato contro l’uomo nei campi di concentramento e di sterminio di qualsiasi colore fossero, è una terribile volontà di eliminazione dell’uomo nella sua identità fisica e quindi nella sua Suprema dignità ottenuta attraverso l’uso dei mezzi scientifici pensati ed attuati in funzione della negazione dell’uomo.
Così l’intelligenza, la capacità di conoscere, la capacità di amare, la capacità di trasformare la realtà, queste grandi risorse per il cuore dell’uomo servono il male.
Ogni grande scoperta umana porta con sè la possibilità che si controverta e diventi uno strumento di negazione.
Si può portare nella carlinga nel proprio aereo uno strumento in cui si esprime al massimo la genialità dell’uomo, la genialità scientifica, tecnologica, la capacità di leggere la realtà e di trasformarla, si può avere in mano lo strumento che potrebbe cambiare in bene la vita e la sorte dell’umanità, e questo strumento viene lanciato su città inermi provocando migliaia e migliaia di morti istantaneamente.
Anche la scienza e la tecnica, che sono l’espressione significative, singolare della nostra capacità, possono essere utilizzate non per l’uomo ma contro l’uomo.
La violenza, l’omicidio, le varie forme di ingiustizia: personali o sociali, l’eliminazione di realtà sempre più vaste, questa terribile esperienza per cui la storia umana è Storia di grandi tentativi positivi ma anche di grandi fallimenti.
I milioni di morti nei campi di concentramento per guerre inutili per guerre sbagliate
Tiriamo la conseguenza più importante, l’unica che devo tirare oggi perché questa esperienza di dignità umana possa essere riconosciuta, attuata, amata e perseguita, perché questa dignità umana possa essere ripreso ogni giorno, dopo ogni errore è necessaria una struttura inesorabile… la famiglia.
La famiglia è il contesto che consente all’uomo di venire al mondo.
L’uomo viene al mondo cioè entra nella grande parentela di Dio perché è Dio che lo genera, ed entra nella grande parentela dell’umanità perché diventa anche il primo di una immensa generazione….
Perché l’uomo possa nascere, e quindi perchè possa cominciare ad esistere la sua esperienza fisica, biologica, storica, è necessario un contesto, un contesto che lo aiuta, che lo fa accadere come avvenimento biologico e poi l’accompagna.
Senza contesto familiare l’uomo sarebbe condannato a morire.
Un uomo senza padre e madre non esiste,
Dunque l’uomo diventa se stesso perché nasce in un contesto, si apre in questo contesto e si fa accompagnare.
La famiglia è il luogo dell’accoglienza, non soltanto dell’accoglienza originale della vita ma dell’accoglienza in ogni momento della vita, in ogni passaggio.
Perché nei passaggi più importanti della vita alla famiglia ci radica nella storia e ci apre al futuro.
Una famiglia che funziona, Una famiglia che viva la comunione umana e Cristiana che e il luogo dove io mi sento accolto fino in fondo all’origine e accompagnato passo dopo passo non perché io ripete meccanicamente quello che mi hai imposto Ma perché io personalizzi Evviva in maniera autonoma e libera ciò che ho ricevuto.
La famiglia non vive per imporre un clima, un Cliché, dei valori o dei comportamenti che non possono mai essere discussi: la famiglia vive per comunicare una concezione della vita, una tradizione vivente, e non la comunità perché fatta i laureati, daLa famiglia comunica questa i valori anche se non sanno leggere e scrivere non hanno nessun altra virtù.
la famiglia che accoglie nel grembo dell’essere perché sei nato perché la tua famiglia ti ha legato a Dio e alla storia, ma dall’altra comincia una compagnia che non puoi non desiderare che ti si avvicina nei momenti fondamentali di passaggio della tua vita e che ti sostenga con il suo consiglio nella valutazione nella soluzione dei problemi per la maturazione della responsabilità personale.
La famiglia non vive per possedere i figli ma per metterli in grado di affrontare responsabilmente la propria vita personale e sociale.
L’ideale non è che il ragazzo o la ragazza restino in casa indeterminatamente, assumendo un’immagine di provvisorietà della vita che può essere favorita dalle circostanze che conosciamo: il lavoro etc…
Ma l’uomo quando raggiunge una certa età ha bisogno di un minimo di stabilità, ha bisogno di sapere chi è, per che cosa vive, che cosa è chiamato a fare, dove svolgere la sua creatività…..e la creatività di un uomo si chiama lavoro.
La famiglia dunque è il contesto che favorisce la genesi e che accompagna la persona nel cammino della maturazione della sua personalità perché la sua personalità diventi libera e creativa.
Per questo esiste un’analogia profonda tra la chiesa e la famiglia, perché come la chiesa la famiglia è il contesto della presenza di Cristo, e come la chiesa la famiglia mette in moto la personalità perché si incontri sempre più profondamente con il Signore, si immedesimi con Lui e viva la sua vita nel mondo.
La famiglia dunque non può nascere da interessi. La famiglia e il luogo dove la gratuità di Dio incontra il cuore umano e lo chiama a partecipare di questa gratuità, il luogo in cui questa gratuità passa da Dio a ciascuno di noi e diventa forma dei nostri rapporti familiari.
Nascono i figli, che vengono educati, e da questa realtà di figli generati e educati nasce un flusso, Il flusso di una vita di una cultura di una capacità di lavorare che passa dalla vita della Chiesa alla vita della società.
Il Cristiano è uno che investe il mondo annunciando Cristo, vivendolo lui, comunicandolo agli amici perché da questa comunicazione nascano gli inizi di una civiltà nuova.
La Chiesa che vive di fede tende inesorabilmente a dare il proprio contributo alla creazione di una società ed una civiltà nuova.